(8 giorni a San Benedetto del tronto)

San Benedetto del Tronto
con circa 46 994 abitanti in provincia provincia di Ascoli Piceno nelle Marche.
Bella Cittadina sulla costa adriatica meridionale delle Marche alla foce del fiume Tronto, è un importante centro turistico

Torre dei Gualtieri (o Torrione) — Più propriamente denominato “Mastio della Rocca” e più popolarmente noto come “Torrione” (lu Turriò o lu Campanò) è forse l’elemento più rappresentativo della città, spiccando dall’altura del Paese Alto a dominare l’intero abitato. Eseguita nell’ultimo ventennio del XV secolo a seguito di una ristrutturazione della cinta muraria dopo uno dei tanti conflitti tra Ascoli e Fermo presumibilmente dalla famiglia Gualtieri, la quale, verso l’anno 1145 iniziò la riedificazione del castello (sopra le rovine dell’antica pieve caduta in rovina per mano dei pirati turchi che depredavano le coste o per le invasioni barbariche) terminata circa ben tre secoli dopo con la costruzione di questa insolita torre dalla foggia così singolare.

in considerazione del fatto che l’importanza di un faro è nella posizione e nella portata del fascio di luce. È elemento necessario ai naviganti e marinai per l’avvicinamento alla costa, come richiamo nell’oscurità notturna per gli uomini in mare che localmente, prima della sua costruzione avevano come riferimento solo il Torrione e il suono delle campane; idealmente per questo motivo è stato costruito lungo la perpendicolare che parte dal Paese Alto in direzione est. È una torre cilindrica su fabbricato ed è alta 31 metri. Sulla sua sommità si trova collocata una lampada alogena da 1000 W che emana una luce bianca che, grazie a delle lenti opportunamente combinate ed allineate, viene riflessa emergendo come un intenso fascio di raggi paralleli, quindi convogliata in un unico punto e proiettata in lontananza.

L’albergo l’Hotel Tamanaco che ci ospitato per sette notti e otto giorni è una struttura un po’ vecchia, ma la gentilezza di tutto il personale, la simpatia del gestore Antonio, e la squisitezza della cucina, Fanno si che sia un locale molto ospitale e sicuramente ti fa sentire un po’ a casa tua..
Durante il periodo che abbiamo soggiornato a San Benedetto del Tronto, il gruppo del Centro Anziani di Montalto ha potuto visitare diversi borghi più belli di Italia:

OFFIDA
- Chiesa di Santa Maria della Rocca.

Sita all’estremo occidentale dell’abitato, risulta circondata su tre lati da altrettanti dirupi che la ritagliano esaltandone l’imponenza e aprendola allo sguardo di due vallate. La grande costruzione in laterizio in stile romanico-gotico si deve al Maestro Albertino che la eresse nel 1330 sulla preesistente piccola chiesa benedettina.

Merletto a Tombolo
L’arte del merletto a tombolo, dal latino tumulus cioè tumolo, è una tradizione che si tramanda da almeno cinque secoli da madre in figlia.
Per realizzare manualmente il pregiato merletto occorrono pochi strumenti: un tombolo, cioè un rullo lungo circa 30 centimetri e dal diametro di 20 centimetri; una prebenda, dal latino prae habere, tenere davanti, così chiamata ancora in dialetto, cioè il reggitombolo a tre piedi, filo, spillini di ottone argentato e parecchie coppie di fuselli.
Le prime testimonianze storiche dell’uso del tombolo a fuselli, per la realizzazione di pregiati merletti, risalgono al Cinquecento, ma alcune opere pittoriche, insieme ad altre tracce, lasciano pensare che la tradizione fosse già salda almeno due secoli prima.
Nel 1600 il merletto offidano era famoso per la ricercatezza e per la qualità.
L’istituzione di una scuola del merletto risale al 1910, ma non fu un’esperienza felice per la resistenza culturale secondo la quale sono le mamme a dover insegnare alle figlie l’arte di lavorare a tombolo.
Dal 1998 vi è un Museo del merletto a tombolo, stabilmente ospitato a Palazzo de Castellotti. Dal 2006 è presente in territorio offidano anche un’associazione culturale senza scopo di lucro (Associazione culturale merletto a tombolo di Offida) che si occupa di salvaguardare i tradizionali metodi di esecuzione offidani, divulgarli soprattutto alle nuove generazioni e confrontare tecniche di esecuzione fra le diverse merlettaie. La riscoperta anche a fini turistici ha rinverdito, negli ultimi anni, una tradizione secolare tanto che oggi, specie nei mesi estivi, girando per le strade di Offida, si possono vedere merlettaie che lavorano al tombolo di fronte all’ingresso della propria casa, proprio come è accaduto per secoli.
CAMPLI
il giorno 16 giugno 2023, siamo stati ospiti dell’amministrazione comunale di Campli, abbiamo trascorso l’intera mattinata a visitare il Borgo di Campli, uno dei borghi più bello d’Italia, con una guida messa a nostra disposizione dal Comune.
Per ringraziarli per l’ospitalità, abbiamo Donato al Vice sindaco Dottor Pietro Adriani, una copia del libro sulla storia di Montalto di Castro..

Dopo un Breve saluto del Vice Sindaco, è iniziato l’escursioni per le vie di campli fino ad arrivare nella piazza principale del paese, Piazza Vittorio Emanuele ci si ritrova circondati da due dei luoghi di interesse principali di Campi. Sulla destra si erge la Chiesa di Santa Maria in Platea, un sito carico di spiritualità e custode di importanti opere artistiche. La cattedrale prende il suo nome dalla statua in essa alloggiata, ritraente una Madonna col Bambino che rivolge lo sguardo alla piazza della città, ed ha saputo resistere alle scosse sismiche che l’hanno colpita anni fa. Sulla sinistra di Piazza Vittorio Emanuele svetta invece il Palazzo del Parlamento, chiamato anche Palazzo Farnese, uno dei palazzi civici più antichi di tutto l’Abruzzo, ed oggi sede del Municipio cittadino.

Una delle particolarità di Campli è il suo forte legame con il mondo spirituale e proprio dietro Palazzo Farnese si nasconde un luogo legato a doppio filo con la sentita religiosità degli abitanti del borgo: la Scala Santa. Costruita XVIII secolo, la celebre Scala si trova a ridosso della Chiesa di San Paolo, ed è una scalinata di 28 gradini in legno di quercia intrisa di religiosità e misticismo. Secondo un’usanza in vigore fin dal 1772, i fedeli che la percorrono in ginocchio raccolti in silenziosa preghiera e passano attraverso i dipinti che ricoprono le pareti laterali della gradinata, rievocazioni della Passioni di Cristo, vedono perdonati tutti i loro peccati.
Un’Indulgenza Plenaria insomma, di espiazione e rinascita, che precede la scalinata per la discesa, percorribile in piedi accompagnati invece da affreschi rappresentanti simbolicamente la Resurrezione. Un rituale imperdibile, da mettere in atto in prima persona o semplicemente da osservare con rispetto.
ASCOLI PICENO

Il nostro programma prevede una gita alla scoperta della città: Ascoli Piceno è un luogo dove storia, arte ed enogastronomia convivono, raccontando il bello che l’Italia sa essere.

Saranno le dimensioni contenute del centro storico o i palazzi antichi in travertino, ma Ascoli Piceno conserva tutt’oggi il fascino ineguagliabile dei borghi del centro Italia dove il tempo sembra non essere passato. Le piazze signorili ed eleganti, le chiese storiche ricche di tesori, le torri e i campanili che ne punteggiano il profilo. Ad Ascoli Piceno cultura e fascinazione popolare non potranno che rubarvi il cuore.
La storia di Ascoli Piceno si fonda su origini antichissime. Se reperti indicano che la zona fosse abitata già nell’epoca neolitica, è nel III secolo a.C. che i Romani si insediarono nel territorio dei Piceni facendo di Asculum un centro nevralgico grazie anche alla sua posizione sulla via Salaria. Tante e variegate le vicende che coinvolsero la città nel corso dei secoli ma il periodo romano per Ascoli Piceno, e tutte le Marche, fu sinonimo di grande prosperità.

Ascoli Piceno venne dominata da diverse signorie, Malatesta e Sforza per citarne alcune, e fu sotto il possesso dello Stato Pontificio fino alla metà dell’Ottocento.
La città si è guadagnata la Medaglia d’Oro al Valor Militare per attività partigiana (2001) grazie al ruolo cardine della resistenza ascolana nel settembre 1943 contro l’occupazione tedesca.
Da dove partire per stilare una lista dei monumenti di Ascoli Piceno da visitare assolutamente? Difficile. In un connubio tra arte, cultura, architettura, enogastronomia, sono tante le cose da vedere.
Fra tutte piazza del Popolo e piazza Arringo. Palazzo dei Capitani con la sua torre medioevale merlata, simbolo architettonico dell’intera città. Tra i musei raccomandiamo la Pinacoteca civica ospitata nel Palazzo Arringo dove ammirare opere, tra le tante, di Turner, Morelli, Palazzi, Celentano, Pellizza da Volpedo, De Carolis.
Imperdibile una pausa al caffè Meletti, storico locale da sempre considerato il ritrovo dei personaggi più illustri, nonché punto d’incontro di cultura e di vita mondana, meglio se per assaggiare l’anisetta, un liquore tipico a base di anice verde.

Non finisce qui, da non perdere sono anche il ponte romano, Forte Malatesta, il duomo di San’Emidio, la chiesa di San Francesco e i musei della Cartiera papale.
CIVITELLA DEL TRONTO
La Fortezza di Civitella del Tronto, situata a 600 m. s.l.m. in posizione strategica rispetto al vecchio confine settentrionale del Viceregno di Napoli con lo Stato Pontificio, è una delle più grandi e importanti opere di ingegneria militare d’Europa caratterizzata da una forma ellittica con un’estensione di 25.000 mq ed una lunghezza di oltre 500 m…

La rocca aragonese, sorta su una probabile preesistenza medievale, fu completamente trasformata a partire dal 1564 da Filippo II d’Asburgo – re di Spagna – che, a seguito di un’eroica resistenza dei civitellesi contro le truppe francesi guidate dal Duca di Guisa, ordinò la costruzione della Fortezza, una struttura più sicura così come la vediamo oggi.
Nel 1734, dalla dominazione degli Asburgo si passò a quella dei Borboni che operarono importanti modifiche alla struttura militare e si opposero valorosamente all’assedio dei francesi nel 1806 e a quello dei piemontesi del 1860/61.
Dopo il 1861 la Fortezza venne lasciata in abbandono, depredata e demolita dagli stessi abitanti di Civitella del Tronto.
Oggi la sua struttura è completamente visitabile, grazie ad un importate intervento di restauro curato dalla Sovrintendenza di L’Aquila (1975/1985).

La visita si sviluppa attraverso tre camminamenti coperti, le vaste piazze d’armi, le cisterne (una delle quali visitabile), i lunghi camminamenti di ronda, i resti del Palazzo del Governatore, la Chiesa di San Giacomo e le caserme dei soldati.
Notevole e suggestivo è il panorama che si gode dalla Fortezza a partire dal vecchio incasato sottostante con le singolari case-forti (Civitella del Tronto aderisce al circuito “I Borghi più belli d’Italia”), per proseguire con i massicci del Gran Sasso, della Laga, della Maiella, dei Monti Gemelli fino al Mare Adriatico.

All’interno della Fortezza è visitabile il Museo delle Armi che si sviluppa su quattro sale dove sono conservate armi e mappe antiche, queste ultime connesse alle vicende storiche di Civitella del Tronto. Tra le armi si segnalano alcuni schioppi a miccia del XV secolo, pistole a pietra focaia, un cannone da campagna napoleonico e dei piccoli cannoni detti “falconetti” da marina.
Per maggiori dettagli sulla storia della Fortezza:
L’importanza storica di Civitella del Tronto: 20 marzo 1861, cronaca dell’ultimo assedio
L’assedio di Civitella del Tronto del 1806 e la costruzione dell’epopea storica

Programma Escursioni della gita
(clicca sull’immagine per scaricarlo in PDF)
